Una casa dipinta a parole

Domenica 24 giugno alle ore 18.30, il raggruppamento temporaneo composto dalle

architette Angela Gambardella, Letizia Masciotta, Nicoletta Rossi e Francesca

Sposetti, festeggeranno nello spazio ARCHIMIA la vinvcita del premio Euroflora

2018 Concorso la Meraviglia nei Parchi.

Durante la serata avrà luogo una performance site-specific in cui parole e musica si fonderanno in un viaggio in salita all’interno delle abitazioni di un edificio ottocentesco genovese. Il testo è tratto da una poesia di Martin Piaggio scritta in genovese antico, tradotto e curato dal collega Stefano Fera e pubblicato per Il Canneto editore col titolo “Viaggio in casa”. Saranno ospiti i Soundescape, da un progetto degli GnuQuartet, con Raffaele Rebaudengo alla viola e Stefano Cabrera al violoncello, e Pietro Fabbri, attore del Teatro della Tosse.

nuovo lavoro

I am text block. Click edit button to change this text. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

Architetto Genova - Angela Gambardella - Interni - Archimia

Alessandro Lupi

Angela Gambardella e Nicoletta Rossi il 23 ottobre 2016 aprono lo spazio ARCHIMIA per la preview della personale “lights and shadows” di Alessandro Lupi.

 

Lo spazio accoglierà alcuni lavori significativi dell’artista genovese, ormai trasferitosi a Berlino, ed un’installazione “site specific” pensata per l’occasione.

 

Durante la serata interverrà il gruppo polifonico La Squadra di Genova, con il loro repertorio di canti popolari trallalero.

 

Il centro della ricerca artistica di Alessandro Lupi parte dalla luce e si sviluppa con installazioni e nuove tecniche dove colore, spazio e tempo si fondono dinamicamente.  Ogni lavoro nasce come un mondo a sé, tutto si concentra sul concetto di “inversione” cioè sulla possibilità di offrire allo spettatore un punto di vista contrario a quello previsto e prevedibile. Nelle sue opere la dicotomia di situazioni opposte come interno-esterno, libertà-prigionia, vita-morte è annullata dalla percezione quasi contemporanea dei due aspetti, che non privilegia alcuna prevalenza percettiva o gerarchica.

 

La personale sarà poi inaugurata il 27 ottobre 2016 presso la galleria d’arte contemporanea Guidi&Schoen. Lo stesso giorno il Cortile Maggiore di Palazzo Ducale ospiterà l’installazione dell’artista UNIVERSAL SPIN, dove rimarrà per tutta la durata del Festival della Scienza.

Panni

Panni

Un progetto fotografico ed editoriale di Marina Zuccarelli

Opening  mercoledì 21 giugno dalle 19

ARCHIMIA Via Guerrazzi 42r. Genova

 

 

 

Torna l’appuntamento con l’arte presso lo spazio ARCHIMIA di Via Guerrazzi 42r a Genova.

Domenica 21 giugno alle ore 19, in occasione del solstizio estivo, verrà presentato Panni, un progetto fotografico inedito dell’artista genovese Marina Zuccarelli

Zuccarelli ha scelto alcuni indumenti appartenuti a suoi familiari o a lei stessa, e ha chiesto ad amici e a persone che negli anni  hanno attraversato il suo percorso di vita di indossarli. I soggetti, immortalati con una Hasselblad 500 del 1967 una vecchia macchina tradizionale, portatrice lei stessa di memorie sconosciute, sono entrati così nei Panni dell’autrice aggiungendo le proprie memorie a quelle dei capi di abbigliamento stessi. A completare l’operazione ad ognuno dei modelli improvvisati è stato chiesto di scrivere un pensiero, un testo, una riflessione. Testi ed immagini sono poi andati a comporre una rivista, costruita nello stile dei magazine patinati, che è forse il risultato più completo di tutta l’operazione artistica.

Ed è la stessa fotografa genovese a ben spiegare il senso di tutto il lavoro nell’Editoriale che apre la pubblicazione;

 

Gli abiti si indossano, si modificano, si consumano e si macchiano. Proprio come i ricordi, si conservano, si accumulano, si perdono, ed in mezzo a loro si rovista. Ricordi ed abiti, quanto tempo sono rimasti li in fondo all’armadio, dimenticati. Li riprendo e tanti mi stanno stretti, alcuni fanno ridere me e chi mi guarda, altri sono superati e non mi ci riconosco più. Eppure rimangono sempre li, appesi o piegati, con la loro memoria, a volte scomoda, che pesa addosso, a volte morbida, che dà conforto. Ma mente e cuore viaggiano meglio leggeri. Ed eccomi quindi a distribuire il mio bagaglio a chi negli anni si e messo nei miei panni, perché possa dei miei ricordi e dei miei vestiti fare l’uso che preferisce. Che sia conservare, modificare o dare via senza pensieri.

Per me tengo le parole scritte e l’immagine di questi abiti intessuti di memoria, indossati da chi mi ha scortato fino ad adesso al ritmo di una musica lieve.

Immagini scattate come una volta, caricando il rullino, aspettando lo sviluppo, immaginandosi il risultato che si vedrà solo quando sarà ormai troppo tardi per rimediare.

 

Marina Zuccarelli, è nata e cresciuta a Genova dove ha conseguito una laurea di economia e commercio, ha lavorato nel settore dell’acciaio per  più di 10 anni tra l’Italia ed il Belgio.

Dal 2012 vive a Singapore, dove ha conseguito un master in art management ed ha deciso di approfondire la propria ricerca fotografica,.

Ha partecipato a collettive in Belgio ed in Svizzera e nel 2016 ha esposto insieme a Junie Tang presso la Galleria Objectifs di Singapore. Attualmente conduce corsi di fotografia a pazienti oncologici presso il National Cancer Centre di Singapore ed ha recentemente curato per loro una mostra collettiva con 18 partecipanti.

 

ARCHIMIA nasce dalla sinergia di quattro architetti genovesi che, dopo 10 anni di collaborazione, hanno deciso di unire le loro differenti visioni dando vita ad un laboratorio di idee che, oltre ad occuparsi di architettura, interior, landscape e design, si pone come spazio di ricerca nel quale far convergere forze creative nuove e diverse per essere punto d’incontro, di scambio tra le persone.

Solstizio d’Estate

CONCORSO D’IDEE

mostra temporanea

ARCHIMIA Via Guerrazzi 42r. Genova

 

Domenica 21 giugno alle ore 19, sarà inaugurata la mostra collettiva site-specific “CONCORSO D’IDEE”, alla quale parteciperanno coloro che, con i loro lavori, hanno aderito al concorso ideato da ARCHIMIA.

 

ARCHIMIA nasce dalla sinergia di quattro architetti genovesi che, dopo 10 anni di collaborazione, hanno deciso di unire le loro differenti visioni dando vita ad un laboratorio di idee che, oltre ad occuparsi di architettura, interior, landscape e design, si pone come spazio di ricerca nel quale far convergere forze creative nuove e diverse per essere punto d’incontro, di scambio tra le persone.

Il concorso ha origine da questa volontà di interfacciarsi e confrontarsi anche con il mondo dell’arte in tutte le sue forme, stimolando gli individui a mettersi in gioco e provare a far emergere una sensibilità artistica spesso non riconosciuta. La traccia data agli artisti da Archimia, è la “vacuità” e su questo tema si sono misurati.

Non a caso l’evento sarà durante il solstizio d’estate, Solis statio, ovvero fermata del Sole. L’atmosfera magica che si crea quando il Sole si trova alla massima distanza dall’equatore, viene celebrata fin dagli albori della civiltà con feste, falò e rituali magici. Quindi, come già fatto con un precedente evento creato per l’equinozio di primavera, ARCHIMIA festeggia il solstizio promuovendo una serata che vuole essere una festa all’insegna dell’arte, dello scambio e del lifestyle, dove si possa respirare creatività e incanto.

A partire dalle 19 le persone sono invitate a visitare l’esposizione e a confrontarsi su di essa. Seguirà la premiazione dei primi tre classificati, scelti tra gli oltre 100 partecipanti, da una giuria altamente specializzata formata da Hembert Peneranda, architetto; Chico Schoen, gallerista; Alberto Terrile, fotografo.

La serata proseguirà con musica, sangria e la mostra personale, all’interno dello studio, di Bibi Toncini, giovane studente dell’Accademia.

Doppia Visione

Lo studio ARCHIMIA presenta DOPPIA VISIONE, ovvero due modi opposti di pensare l’arte e il processo creativo, che vengono messi a confronto in un “face to face”  dove lo spettatore è coinvolto in un gioco di corrispondenze ed opposizioni che richiama la dualità insita in ogni elemento dell’Universo.

VIRGINIA CAFIERO e MARIA ROSA VENDOLA sono due artiste profondamente diverse ma entrambe, percorrendo strade opposte, anelano ad afferrare il “divino”  attraverso una ricerca estetica.

Virginia ha una visione artistica che riprende elementi della tradizione giapponese. La sua sperimentazione verso l’utilizzo di materiale naturale nasce da un lavoro artigianale di maestria e pazienza che la vede creare le sue carte facendo macerare la cellulosa insieme a fiori ed erbe da lei stessa raccolte nei campi. Un lavoro profondamente intimista che la porta a realizzare raffinati kimono, carte e libri d’artista, a trasformare bustine da tè in armature e installazioni, in una resa estetica che diventa anche tattile ed olfattiva. Questi elementi naturali, per la loro caducità, rappresentano l’effimero, il provvisorio, il respiro della terra che nasce e muore. E’ la dimensione inafferrabile del divino. É la bellezza che ama nascondersi, quella della natura, in cui c’è assenza di artificio.

Maria Rosa segue un processo  inverso: trae forza dall’artificio per dare vita al suo percorso più intimo. Aderente alle tradizioni occidentali in cui prevale la figura del Dio che si rivela,  plasma figure umane fondendo un polimero a 300 gradi, il Methacrylate-Optix di sua invenzione, la cui forma perdurerà in eterno. Al contrario di Virginia, il processo creativo avviene all’interno di un laboratorio chimico dove, con guanti e maschera, viene a contatto con fornaci e solventi. Da lì Mariarosa plasma e fa emergere dalla materia fusa le sue figure: sarcofaghi emozionali che rimandano a visioni angeliche, agglomerati antropomorfi che la materia, così totalmente artificiale, riesce a trasformare in poetica visiva.

Questo modo antitetico di lavorare sottolinea l’importanza della complementarietà delle visioni. Non sussiste equilibrio se non esistono gli opposti. Ma come lo Yin e lo Yang recano entrambi in sé il seme della forza contraria, qui queste due artiste rafforzano l’una l’opera dell’altra e la celebrano. Le figure della Vendola emergono prepotenti vicino alla delicatezza raffinata del lavoro di Cafiero, che a sua volta ne è esaltato rivelando un grande vigore compositivo.

La visione orientale, intimista e meditativa, si sposa con quella occidentale, aperta, rivelata. La natura e la chimica, la delicatezza e la forza, il silenzio dei campi e il rumore della fabbrica, lo Yin e lo Yang che in continua interazione l’uno nell’altro mantengono l’equilibrio e l’ordine di tutto il Cosmo.